«Ci sono i soldi dell’Inail, per premiare le imprese virtuose ma anche per estendere la copertura assicurativa agli studenti, ed in più ci sono le risorse del ministero e quelle dell’Inl», sostiene la ministra del Lavoro Marina Calderone, confermando che a regime i fondi impegnati grazie al nuovo decreto sicurezza arriveranno a toccare quota 900 milioni di euro. «Il nostro – aggiunge – è un investimento sul futuro del lavoro».
Ministra, dei fondi destinati alla sicurezza sul lavoro si discute da settimane. In molti hanno dubitato che a partire dai 650 milioni annunciati nei mesi scorsi da Giorgia Meloni questi soldi ci fossero davvero.
«Le risorse ci sono, sono scritte nero su bianco, ci mancherebbe. Il presidente del Consiglio aveva annunciato delle risorse straordinarie il 1° maggio scorso e sono nell’articolo 1, proprio per evidenziare l’attenzione del governo al tema della sicurezza sul lavoro. Che ovviamente non si risolve solo con risorse aggiuntive, ma ha bisogno di una svolta culturale che riguarda tutti, imprese, lavoratori e istituzioni. In particolare i giovani, per i quali ci sono davvero tantissime misure. Un fatto inedito: abbiamo voluto mettere in sicurezza il futuro del lavoro. A regime ci sono 900 milioni all’anno, confermo».
Ma sono contributi versati da imprese, il governo cosa ci mette di suo?
«Sono anche risorse dell’Inail, a cui si aggiungono fondi del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. È un lavoro corale, di tutte le istituzioni e voglio per l’appunto ringraziare i vertici di Inail, dell’Inl e dei Carabinieri del Comando Tutela del Lavoro. Per dare qualche numero di queste risorse aggiuntive, le ricordo l’assunzione di 300 nuovi ispettori e 100 Carabinieri e la stabilizzazione di medici e infermieri dell’Inail, indispensabili per presidiare le attività di prevenzione e cura nei centri di eccellenza dell’istituto. E ancora, una norma che mi rende molto orgogliosa: l’ulteriore estensione dell’assicurazione contro gli infortuni per gli studenti impegnati nei percorsi di formazione scuola-lavoro, prevedendo anche la copertura nel tragitto da casa all’azienda che li ospita».
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Il pacchetto delle misure rispetto alle ipotesi circolate prima dell’estate si è irrobustito, in che modo?
«Credo che il lavoro svolto insieme alle parti sociali sia stato molto proficuo. Abbiamo avuto un confronto intenso con imprese e sindacati, con numerosi tavoli tecnici, dopo il primo incontro a Palazzo Chigi con la presidente Meloni. Ci sono tanti interventi».
Ad esempio?
«Mi piace citarne uno: le borse di studio per i familiari delle vittime di incidenti mortali o di malattia professionale. Accompagniamo i più giovani verso il futuro sostenendo la loro formazione: 3mila euro per la scuola primaria e secondaria di primo grado, 5mila euro per la secondaria di secondo grado e gli istituti professionali, 7mila euro per l’università e l’alta formazione. Sempre per i giovani, come chiedevano le parti sociali, abbiamo esteso ancora la tutela assicurativa Inail per i giovani nei percorsi di formazione scuola-lavoro agli infortuni in itinere oltre a escludere il loro impiego in lavorazioni ad elevato rischio. Innovazioni invocate da anni. Noi lo abbiamo fatto».
Come funzioneranno i premi alle imprese virtuose?
«Con un decreto interministeriale, su proposta di Inail, verranno riviste le aliquote di oscillazione. Tradotto, i premi che le aziende virtuose versano all’Istituto saranno ridotti. Si tratta di 502,7 milioni già nel 2026, che cresceranno negli anni, a cui vanno aggiunti anche 90 milioni per la revisione dei contributi in agricoltura. Con queste risorse vogliamo premiare quelle imprese che investono sempre di più sulla prevenzione».

Il badge identificativo viene esteso a tutti i cantieri. È immaginabile allargarne l’applicazione ad altre i settori e attività?
«Il metodo che abbiamo inaugurato con questo decreto è positivo e voglio ringraziare tutte le parti sociali per la grande collaborazione dimostrata. Proprio sul badge di cantiere abbiamo elevato a norma nazionale delle best practice adottate in alcune aree del Paese: Roma, l’Emilia-Romagna e l’area del cratere del Sisma. E questo dimostra anche l’assoluto spirito bipartisan con cui nasce questo decreto. Il badge di cantiere pertanto opera in edilizia ma è già previsto dal decreto che sarà esteso ad altri settori ad alto rischio con un decreto ministeriale da adottare entro 90 giorni, previo confronto con le parti sociali. Noi abbiamo bisogno di raccogliere dati, processare le informazioni, che oggi sono sempre più interoperabili, per avere dati certi su cui poter prendere la decisione più efficace. Per cui, oggi i cantieri edili e domani altri settori, ma sempre procedendo attraverso un metodo di ampia condivisione con le parti sociali, come è giusto che sia».
I costi della sicurezza per le imprese sono sempre un costo che si può ridurre?
«La sicurezza non è un costo. Semmai è un valore per tutti, un diritto dei lavoratori e un investimento delle aziende, anche da un punto di vista reputazionale. Per questo motivo abbiamo voluto coinvolgere sempre di più le imprese in processi virtuosi che daranno grandi risultati in futuro».
Secondo la Cgil bisognerebbe mettere mano anche alla giungla dei subappalti. Perché non lo fate?
«Voglio ringraziare la Cgil per la collaborazione dimostrata ai tavoli sulla sicurezza sul lavoro, dove hanno portato tante proposte. Noi, intanto, con il badge di cantiere avremo finalmente una tracciabilità nei cantieri, dove i subappalti hanno un ruolo importante. Voglio evidenziare, però, che nel decreto c’è anche la previsione che l’Inl indirizzi la propria attività prioritariamente verso aziende subappaltatrici».
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