La portaerei Ford è nei Caraibi, il Venezuela innalza livello di allerta. Strappo tra Usa e alleati

0
1

Il Venezuela ha annunciato un “massiccio dispiegamento” di forze terrestri, navali, aeree, fluviali e missilistiche, così come di milizie civili, in risposta alla presenza americana al largo delle sue coste che ieri ha registrato anche l’arrivo della portaerei Ford, la più grande al mondo.

In una nota riportata da El Pais, il ministro della Difesa venezuelano, Vladimir Padrino López, ha annunciato che il livello di allerta militare nel Paese è stato innalzato come da «ordini impartiti» dal presidente Nicolás Maduro. In questo modo, ha spiegato, viene data attuazione a «una fase superiore» del cosiddetto “Piano Indipendenza 200”, un meccanismo di risposta militare deciso lo scorso settembre per rafforzare le misure di difesa contro la presenza militare statunitense nei Caraibi.

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha ordinato martedì la creazione di comandi di difesa integrale – composti da cittadini, personale militare e funzionari pubblici – per “essere preparati” in caso di “conflitto armato”, in un contesto caratterizzato dalla “minaccia” rappresentata, secondo il presidente, dal dispiegamento militare statunitense nelle acque caraibiche vicine al Paese. Il presidente ha emesso l’ordine firmando la “Legge del Comando per la Difesa integrale della nazione”, approvata martedì dall’Assemblea Nazionale, controllata dal movimento chavista, che lasciano gli obiettivi, le caratteristiche e le funzioni di questi organi.

Intanto, Gran Bretagna e Canada sospendono la condivisione dell’intelligence con gli Usa nei Caraibi, perché non vogliono essere complici degli attacchi contro i narcos considerati illegali, proprio mentre la portaerei americana Ford arriva nella regione, creando le condizioni per raid diretti contro il territorio del Venezuela. Un raro caso di divergenza tra alleati storici, che da una parte alimenta i dubbi sugli argomenti usati dall’amministrazione Trump per giustificare le sue azioni, e dall’altra aumenta i timori che operazioni per far cadere il regime di Maduro possano essere imminenti.

La Cnn ha rivelato che Londra ha informato Washington della decisione di non mettere più a disposizione le informazioni, raccolte grazie alla presenza della sua intelligence nelle isole un tempo parte del suo impero coloniale, impiegate finora per fermare le imbarcazioni sospettate di trasportare droga, arrestare gli equipaggi e sequestrare la merce. Un conto è questo, ossia le operazioni di polizia legittime; un altro i bombardamenti, che finora hanno ucciso almeno 76 civili e sono stati condannati dall’Onu. La Gran Bretagna ritiene che gli attacchi siano illegali, nonostante gli Usa abbiano classificato i cartelli come organizzazioni terroristiche, perché si tratta di civili, non militari impegnati ad assalire il territorio nazionale. Siccome Londra non vuole essere complice in atti illegali, smetterà di fornire le informazioni.

Discorso simile per il Canada, che però mantiene aperti i canali per lo scambio dell’intelligence, a patto che non venga usata per prendere di mira gli obiettivi. Un raro strappo per due membri dell’alleanza Five Eyes, grazie a cui cinque paesi anglosassoni che includono Nuova Zelanda e Australia condividono i loro segreti, proprio mentre il G7 dei ministri degli Esteri si riunisce in Canada. La decisione potrebbe manifestare la preoccupazione di Londra e Ottawa per attacchi imminenti contro il territorio del Venezuela.

Il Pentagono ha annunciato l’arrivo di una delle sue portaerei nella zona di comando per l’America del Sud, segnando un notevole rafforzamento della presenza militare degli Stati Uniti nelle operazioni contro il narcotraffico nei Caraibi e in Venezuela. «Il gruppo aeronavale Gerald R. Ford, guidato dalla più grande portaerei del mondo, la USS Gerald R. Ford, è entrato l’11 novembre nella zona di competenza del Southcom, il comando americano per l’America Latina», ha dichiarato quest’ultimo in un comunicato. Il dispiegamento di questo gruppo aeronavale ha lo scopo di «sostenere l’ordine del presidente di smantellare le organizzazioni criminali transnazionali e di contrastare il narcoterrorismo in difesa della patria», prosegue il comunicato. La Uss Gerald R. Ford trasporta quattro squadriglie di caccia F/A-18E Super Hornet ed è accompagnata, tra gli altri, da tre cacciatorpediniere lanciamissili.

Il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha espresso preoccupazione per le notizie in arrivo dai Caraibi: «Le nostre preoccupazioni – ha detto il portavoce dell’Onu – restano le stesse di quelle già espresse in precedenza. Il Segretario generale vuole assicurarsi che non vi sia un’ulteriore escalation nelle acque al largo dell’America Latina. Vi ricordo quanto dichiarato dall’Alto commissario per i diritti umani, Volker Turk, che ha espresso le sue preoccupazioni, anche in merito alla possibilità di esecuzioni extragiudiziali», riferimento ai raid in acque internazionali in cui gli Stati Uniti hanno ucciso presunti narcotrafficanti.

Disclaimer : This story is auto aggregated by a computer programme and has not been created or edited by DOWNTHENEWS. Publisher: lastampa.it