WASHINGTON. Il Segretario di Stato Marco Rubio l’ha messo per iscritto con una direttiva ben precisa: il font Calibri deve sparire dai documenti e dalle comunicazioni del suo dipartimento.
Si torna subito al più formale Times New Roman. L’ordine, arrivato a tutte le sedi diplomatiche americane del mondo, spiega che il ritorno del Times New Roman sia per una questione di chiarezza e per “ripristinare il decoro e la professionalità nel lavoro scritto del dipartimento”.
Al contrario, il Calibri è ritenuto troppo “informale” e cozza con il prestigio della carta intestata ufficiale del Dipartimento di Stato. «Il passaggio a Calibri non ha portato ad altro che al degrado della corrispondenza ufficiale», ha scritto Rubio, ricordando come il Times New Roman sia stato il carattere ufficiale del dipartimento per quasi 20 anni (prima del 2004, si utilizzava il Courier New, ndr). Tuttavia, il vero motivo sarebbe un altro: secondo Rubio, il passaggio dal Times New Roman al Calibri – voluto dall’amministrazione Biden nel 2023 – è stato solamente un “dispendioso” e “fuorviante” contentino per favorire i programmi “radicali” di diversità, equità, inclusione e accessibilità negli Stati Uniti.

Il dipartimento guidato dal predecessore di Rubio, Antony Blinken, era passato al Calibri, sostenendo che questo moderno font sans-serif migliorasse l’accessibilità per le persone con disabilità, come gli ipovedenti e i dislessici, grazie alle sue forme più semplici, una spaziatura più ampia e l’assenza di caratteristiche decorative angolari. Inoltre, era il font predefinito nei prodotti Microsoft e rendeva le lettere più facili da distinguere. La mossa di Blinken era stata applaudita dai sostenitori dell’accessibilità.
«Questo standard di formattazione è in linea con la direttiva del Presidente “One Voice for America’s Foreign Relations” e sottolinea la responsabilità del Dipartimento di presentare una voce unificata e professionale in tutte le comunicazioni», si legge nel cablogramma inviato da Rubio. Facendo eco all’appello del presidente Trump a uno stile classico nell’architettura federale, l’ordinanza di Rubio collega le origini del Times New Roman all’antichità romana.
Il font include piccole decorazioni ai bordi di molti caratteri e, per i suoi ammiratori, questi fronzoli rendono le lettere più eleganti e più facili da distinguere l’una dall’altra, anche se possono anche creare un senso di disordine. Nel frattempo, molti diplomatici sono insoddisfatti dei cambiamenti apportati da Rubio alla struttura e alla leadership del Dipartimento Stato, segnalando un grave calo del morale al suo interno. Ma anche il passaggio dell’amministrazione Biden a Calibri aveva suscitato qualche lamentela da parte di alcuni tradizionalisti che preferivano il Times New Roman. Basti pensare che Blinken aveva modificato pure la dimensione standard dei caratteri, da 14 a 15 punti, cosa che alcuni diplomatici avevano trovato fastidiosa.
In tutto ciò, il cambio voluto da Rubio è solo l’ultimo capitolo della guerra di Donald Trump contro i programmi DEI: dopo il suo insediamento a gennaio, il presidente si è mosso rapidamente per sradicare i programmi federali di diversità, equità e inclusione. Li ha scoraggiati nel settore privato e nell’istruzione, ha ordinato il licenziamento dei responsabili di questi programmi presso le agenzie federali e ne ha soppresso i finanziamenti. Trump e altri critici delle iniziative per la diversità sostengono che i programmi DEI siano discriminatori nei confronti dei bianchi e degli uomini e abbiano eroso il processo decisionale basato sul merito. Al contrario, i suoi sostenitori affermano che servono a contrastare i pregiudizi che persistono silenziosamente, ancora oggi, negli Stati Uniti. Pregiudizi che penalizzano le donne, le minoranze e le persone con una condizione di disabilità.
Disclaimer : This story is auto aggregated by a computer programme and has not been created or edited by DOWNTHENEWS. Publisher: lastampa.it






