MILANO. Il Superbonus è destinato a sopravvivere a se stesso. La stagione delle agevolazioni fiscali si avvia alla chiusura, ma la sua eredità sarà una lunga scia di contenziosi, irregolarità e recuperi fiscali. A lanciare l’allarme è il Sole 24 Ore, che ricostruisce il nuovo fronte aperto dall’Agenzia delle Entrate: dopo aver passato al setaccio imprese, intermediari finanziari e professionisti, ora l’attenzione si concentra anche sui condomìni.
Le frodi sui bonus edilizi, già finite sotto la lente dell’amministrazione finanziaria e della Guardia di Finanza, rischiano infatti di colpire l’ultimo anello della filiera: i cittadini. Nei casi di cantieri non completati, asseverazioni irregolari o valutazioni errate degli Stati di avanzamento lavori, può scattare un effetto domino che, in base alle norme vigenti, ricade direttamente sui beneficiari delle detrazioni. Anche quando hanno agito in buona fede.
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Più controlli
L’indirizzo dell’Agenzia delle Entrate è chiaro: aumenteranno i controlli su tutti i crediti agevolativi, con verifiche mirate sui profili di maggior rischio fiscale. Il caso più evidente riguarda i lavori non conclusi. Il presupposto fondamentale del Superbonus – e in generale dei bonus casa – è l’effettiva realizzazione degli interventi. Per l’ex 110%, in particolare, è obbligatorio il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio. Se questo traguardo non viene raggiunto, si perde il diritto alla detrazione e il Fisco può rivalersi direttamente sui condomìni.
Il conto, in questi casi, è pesante: non solo la restituzione del credito d’imposta, ma anche sanzioni e interessi, da versare in un’unica soluzione. Un impatto economico che può superare di molto il beneficio ottenuto. L’unica alternativa resta il ricorso giudiziario, con costi elevati e tempi incerti.
Le dimensioni del fenomeno sono tutt’altro che marginali. Secondo l’ultimo report Enea, gli edifici condominiali coinvolti dal Superbonus sono stati 138.719: una platea enorme, potenzialmente esposta a verifiche e recuperi.
Il piano fiscale
Ancora più complessi sono i casi in cui i lavori risultano formalmente conclusi ma presentano irregolarità. Può accadere, ad esempio, che gli interventi realizzati non coincidano perfettamente con quanto dichiarato nelle asseverazioni trasmesse alle Entrate. Le responsabilità dei tecnici sono state rafforzate, ma sul piano fiscale la decadenza dal beneficio continua a colpire il committente, cioè il condominio.
Un altro fronte caldo riguarda il conteggio dei materiali consegnati in cantiere, pagati e inclusi nei Sal, ma non effettivamente installati entro le scadenze. Una pratica diffusa per rispettare i termini del 110%, che oggi è finita nel mirino dell’Agenzia ed è alla base di molte delle contestazioni in corso.
Così, mentre il Superbonus si avvia verso l’uscita di scena, la sua coda giudiziaria e fiscale è solo all’inizio. E rischia di trasformarsi in una lunga e dolorosa resa dei conti per migliaia di famiglie.
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