Attesa per le decisioni della Fed, cosa può succedere ai mercati nel 2026

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Oggi, alle 20 italiane, la Federal Reserve comunicherà le decisioni di politica monetaria e aggiornerà il quadro previsionale per il 2026. Mentre gli esperti sono pressoché unanimi su un taglio di 25 punti base questa sera, il terzo del 2025, l’attenzione è alta sui passi futuri. Decisive saranno le dichiarazioni del numero uno della Fed, Jerome Powell, sulle sforbiciate in arrivo nel 2026. Attualmente, i mercati stanno scontando due soli tagli nel 2026.

Il cambio alla presidenza

Qui si inserisce un delicato passaggio politico perché nel 2026 entrerà in carica un nuovo presidente alla Federla Reserve americana, con Donald Trump che già sta premendo. «Un tema chiave per il 2026 sarà la nomina del nuovo presidente della Federal Reserve dopo la fine del mandato di Jerome Powell, che termina il 15 maggio 2026 (pur potendo restare nel Board fino a gennaio 2028) – spiega Filippo A. Diodovich, Senior Market Strategist –.

La Fed non è solo la banca centrale degli Stati Uniti: è l’istituto centrale che decide il costo del denaro nella principale valuta di riserva mondiale. Ogni cambio di guida al suo vertice può significare: un diverso equilibrio tra lotta all’inflazione e sostegno alla crescita, una diversa tolleranza rispetto alla volatilità dei mercati finanziari, un diverso grado di indipendenza rispetto alla Casa Bianca e alle pressioni politiche da parte dell’amministrazione Trump».

L’attesa nei listini di tutto il mondo

Sui listini prevale la cautela in attesa delle decisioni di politica monetaria di questa sera negli Usa. Ieri i listini americani hanno chiuso contrastati con il Dow Jones sotto dello 0,38% e il Nasdaq in rialzo dello 0,16%. Gli indici asiatici sono tutti nello stesso segno, con il Nikkei -0,10% mentre Shangai cede lo 0,23%.

Avvio in terreno negativo anche per Piazza Affari con l’indice FtseMib che pochi minuti dopo il suono della campanella cede lo 0,48%. Simili i mercati europei, con il Dax di Francoforte (-0,18%) e il Cac di Parigi -0,18%.

Si tiene il pedale sul freno in attesa delle decisioni americane. «Continuiamo a prevedere che la Fed taglierà i tassi di 25 punti base» dice Xiao Cui, Senior Economist di Pictet Wealth Management -. Mantenere i tassi invariati è un rischio restrittivo non trascurabile. Secondo le aspettative del mercato, la probabilità che ci sia un taglio è appena inferiore al 100%, dopo essere scesa al 35% nelle scorse settimane. Sulla base delle note Fed prima del periodo di blackout, i 12 membri con diritto di voto sono piuttosto divisi tra tagliare e mantenere i tassi invariati. Ci aspettiamo che il presidente Powell tenderà a privilegiare il rischio di ribasso per il mercato del lavoro e spingerà per un altro taglio entro la fine dell’anno. Probabilmente ci saranno almeno due dissensi da parte dei presidenti regionali della Fed: il governatore Miran potrebbe dissentire a favore di un taglio da 50 punti base, ma ha dichiarato che se fosse il voto decisivo sosterrà un taglio da 25 punti base».

La lente degli operatori è sul mercato del lavoro e sull’inflazione. «Sebbene un taglio dei tassi sembri ormai quasi certo, saranno le nuove proiezioni economiche e i commenti del presidente Powell a determinare la reazione dei mercati, potenzialmente per tutto il resto del mese» dice Bret Kenwell, US Investment analyst di eToro.

Cosa succederà nel 2026

«Passato il meeting, nel quale verrà pubblicato il nuovo Summary of Economic Projections, che offrirà le previsioni di lungo periodo del comitato su tassi d’interesse, PIL, disoccupazione e inflazione, la priorità si sposterà rapidamente sulla politica monetaria prevista per il 2026. Nell’ultimo SEP di settembre, la Fed prevedeva un solo taglio nel 2026, una stima allora inferiore alle aspettative degli investitori, che ne ipotizzavano tre. Attualmente, i mercati stanno scontando due soli tagli nel 2026» dice Kenwell.

Per il prossimo anno, il quadro che la Fed dovrà affrontare è complesso. «Non solo entrerà in carica un nuovo presidente, ma la situazione macroeconomica resta poco chiara – segnala Kenwell -. Nonostante la riapertura del governo americano, i dati economici disponibili sono ancora scarsi e in ritardo. Il mercato del lavoro mostra segnali di raffreddamento senza però crollare, mentre l’inflazione rimane ostinata. La domanda centrale, quindi, è la seguente: se queste condizioni dovessero persistere nel 2026, la Fed riuscirà a mantenere un tono accomodante o il suo doppio mandato terrà a freno le colombe?»

Come potrebbero reagire i mercati? Gli esperti spiegano che i mercati azionari hanno già scontato il possibile taglio di oggi. Nei mesi passati hanno corso in vista di questa notizia. Oggi i listini potrebbero quindi essere mossi da possibili prese di beneficio di chi vuole portare a casa i guadagni raggiunti. Un taglio più ampio del previsto potrebbe invece dare slancio alle azioni, in particolare ai titoli tech e alle piccole e medie aziende che potranno beneficiare di un costo del denaro più basso. Gli acquisti sulle azioni potrebbero essere mossi anche da prospettive di nuovi tagli, più di uno, nel nuovo anno.

Sul lato reddito fisso, il taglio dei tassi potrebbe far salire la parte di prezzo delle emissioni Usa che offrono cedole più alte del livello di tasso deciso oggi. Vale soprattutto per i titoli a breve durata, entro i due anni, più sensibili alle politiche monetarie.

A risentire della decisione della Fed sarà il dollaro: un taglio dei tassi riduce il rendimento degli asset denominati in dollari, vuol dire che la loro domanda cala e quindi il dollaro scende rispetto alle altre valute. Se il taglio sarà soft l’indebolimento del biglietto verde potrebbe essere solo moderato. Se la sforbiciata della Fed sarà più ampia delle attese o se arriveranno indicazioni su ulteriori tagli futuri, più di quelli già previsti, allora il calo potrebbe essere più marcato.

A beneficiare dei tagli sarà l’oro. Il metallo prezioso è avvantaggiato da un dollaro più debole e da tassi reali più bassi, nonché da una maggiore domanda di copertura. Tuttavia il taglio di oggi di 25 punti base è largamente atteso e dunque la reazione potrebbe essere contenuta. Se la Fed aprirà a futuri tagli allora potrà essere più decisa.

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