Cirio e Lo Russo: “Faremo il possibile perché La Stampa rimanga di Torino e del Piemonte”

0
4

«Faremo il possibile perché La Stampa rimanga un patrimonio di Torino e del Piemonte». È questa la promessa del governatore Alberto Cirio e del sindaco Stefano Lo Russo dopo l’incontro con i Comitati di redazione de La Stampa e di Repubblica Torino, oltre che con l’Associazione Stampa Subalpina. Le istituzioni locali hanno prontamente risposto all’appello dei due quotidiani dopo la notizia ufficiale della vendita del gruppo Gedi. Nel frattempo, a Roma, il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini sta incontrando Paolo Ceretti (presidente Gedi) e Gabriele Comuzzo (amministratore delegato Gedi) e in seguito i sindacati interni.

Cirio: “Prenderemo una posizione chiara”

«La discussione – sottolinea Cirio – è stata un’occasione di primo confronto perché ci venisse rappresentato un quadro, sullo stato dell’arte, a cui uniremo quello che conosceremo a breve da Roma. Le informazioni ci serviranno per assumere una posizione chiara come istituzione, perché noi siamo attenti a tutte le problematiche relative alle cessioni aziendali, lo facciamo da tempo nel settore dell’automotive, cercando di salvaguardare sempre il patrimonio piemontese. Naturalmente lo facciamo in un contesto di libero mercato che va sempre salvaguardato, ma anche con la consapevolezza che qui stiamo parlando di un pezzo di Piemonte, ben incastonato nella storia di questa città. La Stampa rappresenta oltre un valore aziendale, culturale, giornalistico, un principio di pluralismo, di libertà di informazione che sono tutti temi cari al luogo in cui l’Italia è nata. Presteremo molta attenzione».


Lo Russo: «Un patrimonio nazionale da difendere»

«È stato un incontro costruttivo – aggiunge Lo Russo – in cui siamo stati messi a parte di alcuni elementi che stanno caratterizzando l’intenzione da parte dell’azionista della cessione dell’intero gruppo Gedi». «Abbiamo dato la massima disponibilità istituzionale per intervenire nel perimetro in cui la città e la Regione possono agire. Stiamo discutendo di un organo di informazione che garantisce da molto tempo una visione pluralistica e dinamica dell’informazione nel nostro territorio, un patrimonio nazionale di qualità e, soprattutto, di lavoratrici e lavoratori con competenze che non possiamo permetterci di perdere. Questi sono elementi che abbiamo ben chiari come istituzione e che ci faremo carico di portare ai tavoli quando saranno formalizzati. Chiederemo di incontrare l’editore».


Appello agli imprenditori e difesa del presidio locale

Partirà un appello agli imprenditori del territorio per salvare La Stampa? «Noi non staremo di certo a guardare – aggiunge Cirio – quando ci sono cessioni di realtà produttive ben insediate nel nostro Piemonte. Lo facciamo per la salvaguardia dei livelli occupazionali, della ricchezza imprenditoriale, e per la salvaguardia culturale che La Stampa rappresenta. Nel perimetro in cui le istituzioni possono muoversi, faremo tutto ciò che è possibile per mantenere questo patrimonio nel nostro territorio». Annuncio ribadito anche da Lo Russo: «Crediamo profondamente che La Stampa e anche Repubblica, e tutto il comparto legato al digitale, debbano rimanere nel perimetro del nostro territorio. È quanto mai opportuno che come istituzioni lo si ribadisca, pur consapevoli che si tratta di una trattativa commerciale».


Golden power e ruolo del governo: un asset nazionale

Si conclude sull’appello, lanciato dalle opposizioni, di utilizzare il Golden power: «Credo che lo capiremo dopo la riunione di Roma. Certo è doveroso da parte del governo attenzionare con grande precisione e capacità questa situazione, che non è una normale cessione d’azienda, ma riguarda un asset importante: l’informazione nel nostro Paese», conclude il sindaco di Torino.


Stampa Subalpina: «Siamo delusi, è un tradimento»

«Positivo – aggiunge la segretaria della Stampa Subalpina, Silvia Garbarino – sentire fin da subito la vicinanza delle istituzioni del territorio. Questo ci rassicura sui prossimi passi da compiere». «Siamo amareggiati e umanamente delusi – continua – perché oltre all’aspetto professionale c’è un sentimento che chiunque lavori a La Stampa sente suo. Che un datore di lavoro, che dieci giorni fa si dichiarava vicino, non abbia avuto il coraggio di comunicare in prima persona le proprie intenzioni, ma abbia delegato un portavoce, è una grandissima delusione. Sì, un tradimento».

Disclaimer : This story is auto aggregated by a computer programme and has not been created or edited by DOWNTHENEWS. Publisher: lastampa.it