Arriva la neve a Natale, il maltempo colpirà il Nord Ovest fino a Capodanno

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Quest’anno, al Nord-Ovest, pioggia e neve si sono fatte attendere tra fine autunno e inizio inverno, ma ora si prenderanno una netta rivincita proprio in vista del Natale. L’impianto della circolazione atmosferica sta infatti cambiando radicalmente a scala europea con una marcata saccatura in estensione dal Nord Atlantico verso il Mediterraneo occidentale.

Da questa si isolerà una depressione che pare intenzionata a indugiare a Ovest dell’Italia per tutta la settimana natalizia, inviando verso le Alpi aria umida in quantità, inizialmente ancora temperata. E’ proprio questa la configurazione più adatta a precipitazioni copiose sull’estremo angolo nord-occidentale del Paese (e in particolare tra i settori Ovest e Sud-Ovest del Piemonte), e che negli ultimi mesi era inusualmente mancata, tanto che a Torino il bimestre ottobre-novembre 2025, con appena 17 mm di pioggia, era stato il terzo più secco dal 1802 dopo i casi lontani del 1921 (2 mm) e 1884 (5 mm).

Di conseguenza la stagione nevosa era cominciata male: secondo la Fondazione di ricerca CIMA, a metà dicembre – tra precipitazioni carenti e periodi troppo miti – l’innevamento nel bacino del Po era assai scarso, con un deficit del 48% in termini di contenuto d’acqua del manto nevoso (metà della norma per il periodo). Ma ora è dunque imminente una svolta.

Si comincia oggi, Solstizio d’inverno, con precipitazioni via via più diffuse che culmineranno in intensità tra domani e martedì, ma che dovrebbero proseguire, sebbene più deboli-moderate e intermittenti, almeno fino a Natale (giovedì) delineando un episodio perturbato di durata ed entità inconsuete per la fine di dicembre (è più comune vederne di simili nelle nostre due stagioni delle piogge, in aprile-maggio e ottobre-novembre).

L’orientamento delle correnti da Est-Nord-Est nei bassi livelli dell’atmosfera concentrerà le precipitazioni più importanti sul Torinese e soprattutto sul Cuneese, dove massimo sarà l’effetto di sbarramento delle correnti umide da parte dei rilievi, con totali in cinque giorni diffusamente superiori a 70-100 mm d’acqua anche in pianura (Torino inclusa), forse perfino oltre 150-200 mm su pedemontana e valli intorno a Cuneo. Più al margine invece l’alta Valle d’Aosta (l’evento sarà modesto in zona Monte Bianco) e tra il Verbano e l’alta Val d’Ossola. L’episodio avrà caratteristiche più tardo-autunnali che invernali, e solo in montagna sarà un bianco Natale, infatti la neve sarà relegata per lo più sopra i 1000-1300 metri, salvo sconfinamenti fin sui 700 m sul basso Piemonte.

A quote superiori ne è attesa però una gran quantità, specie da Gran Paradiso e Valli di Lanzo (possibile, da oggi a Natale, tra mezzo metro e un metro di neve fresca a 1500 m) fino al Monviso e alle Alpi Marittime e Liguri (ben oltre un metro, che si aggiungerà alla neve caduta in abbondanza già martedì scorso). Con queste premesse è lecito attendersi locali allagamenti e qualche dissesto tra pianure e colline, e una netta intensificazione dell’attività valanghiva sull’arco alpino, specie dalle Alpi Graie verso Sud (aggiornamenti su allerte e bollettini valanghe su https://www.meteo3r.it/ e www.aineva.it).

Dopo Santo Stefano, in un contesto ancora variabile-instabile, è possibile che da Est/Nord-Est fluisca aria più fredda: episodi di neve a bassa quota non sono esclusi negli ultimi giorni dell’anno, ma ovviamente è ancora troppo presto per una previsione affidabile e di dettaglio.

Di certo verrà sanato il periodo di deficit idrico che qui, alla testata del bacino padano, persisteva da ottobre, peraltro l’abbassamento termico atteso a fine anno, se confermato, garantirà la tenuta della neve che si annuncia copiosa sulle Alpi sud-occidentali. Diversa sarà la situazione sul settore Centro-Est dell’arco alpino, dalla Lombardia al Friuli, che nei prossimi giorni vedrà piogge e nevicate molto modeste, quasi nulle nelle zone montuose più interne al confine con l’Engadina e l’Austria.

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