Daria Perrotta, Ragioniera generale dello Stato dal 2024, è finita nel mirino del ministro degli esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani. Al centro dello scontro c’è l’aumento delle tasse sugli affitti brevi e quella sugli extraprofitti bancari. Sarebbe lei il «grand commis del ministero delle Finanze» accusato di decidere in materia di bilancio al posto della politica.
il caso
Manovra, Tajani furioso attacca il Ragioniere dello Stato: “Decide la politica, non i gran commis del Mef”
dal nostro inviato Ilario Lombardo
23 Ottobre 2025
Nata a Napoli, ha due lauree: una in Scienze politiche e una in Giurisprudenza, un master in Econometria applicata e ha svolto la sua carriera interamente all’interno delle istituzioni. Indicata per il ruolo di Ragioniere dello Stato da Giorgetti che ha commesso il «peccato mortale» di non sceglierla all’interno della Banca d’Italia, ma dalla Corte dei Conti. «Ma è brava», sottolineò il ministro dell’economia all’atto della nomina.
Ha frequentato il liceo Massimo di Roma, dove ha conseguito la maturità classica – come Mario Draghi – poi ha vinto il concorso come documentarista della Camera dei Deputati, lavorando per vent’anni in commissione Bilancio. Il suo incarico alla Corte dei Conti, come Sostituto procuratore generale, dura quattro anni, fino alla chiamata di Giorgetti. Ha il record per essere la prima donna alla guida di Palazzo Stella, dopo ben 21 uomini in 154 anni.
Non è la prima esperienza nell’esecutivo. Le precedenti sono con governi di diverso colore politico. La prima risale al governo Renzi, quando a chiamarla come consigliere giuridico per il suo gabinetto da ministro delle Riforme è Maria Elena Boschi. Nel governo Conte è coordinatrice delle attività dell’Ufficio di segreteria del Consiglio dei ministri. Con Draghi è capo di gabinetto del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli.
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