Il Concertozzo di Elio e Le Storie Tese, praticamente l’unica attività artistica & sociale che negli ultimi anni sia riuscita ad accendere la band più fantasiosa e irriverente del nostro patrio suolo, prosegue la sua strada e atterrerà nel 2026 a Biella, il 26 e 27 giugno, con un raddoppio: il venerdì con associazioni in piazza, stand, talk e dibattito «con esperti veri», come ci racconta Elio stesso, e il sabato poi una decina di ore di musica, a partire dalle 15 prima, con gruppi scelti dagli stessi Elii in base a imprescindibili caratteristiche fra le quali l’assenza dell’autotune, e ci siamo capiti: questo sarà il «Concertozzino» ma poi ecco l’ensemble titolare, che nei decenni ha fatto apprezzare buona musica e ci ha spesso fatti ridere e sorridere. «Atteriamo a Biella perché sono quelli che più hanno insistito», spiega papale papale il creatore di quest’ultima bizzarria, nata con intenti artistico-utilitaristico-virtuosi, che in 5 anni ha percorso mezza pianura padana e per la prima volta atterra in Piemonte.
Ma com’è che si è allargata tutta quest’avventura di aiuto e solidarietà in musica per il problema dell’autismo, Elio?
«Il Trio Medusa ci aveva chiesto di fare una festa alla fine della pandemia. Non avevamo un’idea ma poi ci è venuta. L’abbiamo fatta a Bergamo, e per caso ha voluto parlare sul palco mio figlio Dante, autistico. Avevo invitato Nico di PizzAut e mi ero intrigato del suo progetto di questa pizzeria nata per disperazione: i genitori dei figli autistici si industriano, hanno l’incubo di ciò che accadrà di loro quando noi non ci saremo più, vogliono costruirgli un futuro. E Nico aveva aperto la pizzeria perché suo figlio faceva la pizza volentieri: era un po’ come andare dal mago quando hai il cancro, ma nel suo caso la faccenda ha funzionato. Adesso Nico ha due pizzerie, e ci tengo a dire senza aiuti pubblici».

Lo Stato non è propriamente solidale, in materia.
«Non lo è mai stato. Mai fatto niente nessuno, ti danno paroloni, quattro soldi e così non serve. Ma in questo caso per clientela e immagine, Nico ha attirato un sacco di aziende, fanno la coda per essere coinvolti. L’immagine ha un valore aggiunto, pensi che durante il Covid andava a vendere pizze con il furgone, perché i locali erano chiusi. Frequentandolo molto, mi son reso conto dell’importanza del lavoro, per un autistico. C’erano ragazzi che non parlavano, si chiama mutismo selettivo: uno di questi adesso porta 4 pizze per volta, anche 6. Il problema principale è la relazione, qui imparano a chiacchierare e abbracciare, loro che non si fanno toccare. Gran parte Nico li ha assunti a tempo indeterminato, adesso sono in 40, gran parte tolti da un istituto».

Con l’esperienza, lei avrà maturato nuove conoscenze.
«A Modena c’è l’associazione Il Tortellante, i ragazzi fanno tortellini strepitosi, la ricetta è di Bottura che ha un figlio con lo stesso problema, lì hanno anche Sbrisolaut. Mi sono accorto che il lavoro è una strada e ora li fanno lavorare: a La Spezia c’è Luna Blu, in Abruzzo Rurabilandia. A Bassano è andata molto bene. Si fanno incassi mostruosi, paghiamo le spese e tornano a casa con i soldi. Motori sono i genitori ma ci sono tantissimi volontari. A Udine una coppia ha aperto un Centro enorme, con l’aiuto della Regione».


E i biellesi che faranno?
«Sono venuti alla conferenza stampa con il sindaco, lanciatissimo. Ho trovato grande sensibilità, ci saranno tante associazioni».
Contate poi di percorrere tutto lo Stivale?
«Intanto facciamo il Nord ma poi l’autismo non conosce barriere, ed è un fenomeno in crescita. Non ci sono studi ma solo ipotesi: da noi nasce autistico uno ogni 70, in America uno su 30 ma nessuno fa niente, e Trump ha anche accusato il Tylenol».
L’INTERVISTA
Elio e le Storie Tese: “Il Concertozzo la nostra Woodstock dell’inclusione”
28 Giugno 2025

Ormai l’unico modo di ascoltare Elio e Le Storie Tese è di andare al Concertozzo una volta l’anno.
«Presto avremo un concerto a Sant’Antioco in Sardegna, ma sa cos’è? Dopo tanto tempo un tour tanto per farlo non ha senso. Invece questo progetto mi entusiasma, vorrei arrivare a due o tre occasioni all’anno in varie piazze. Speriamo anche che il nostro esempio venga imitato: ma già Ligabue ha invitato PizzAut, e anche Jovanotti ora sembra interessato».
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