L’ingiustizia delle accise tra diesel e benzina

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Il pieno che svuota le tasche? Esatto: il governo ha deciso di “riallineare” le accise sui carburanti (su sul diesel, giù sulla benzina) ma, come sempre, il diavolo sta nei dettagli, e i dettagli, in questo caso, sono i portafogli degli automobilisti.

Il Codacons ha fatto i conti: l’aumento di 1,5 centesimi sull’accisa del diesel, scattato il 15 maggio, si traduce in 0,915 euro in più a pieno. Con due pieni al mese, sono quasi 22 euro all’anno. Vabbé, ok. Non una cifra da capogiro, ma abbastanza per irritare chi già fa i salti mortali per arrivare a fine mese.

Una vera beffa

La beffa, però, non è solo per i 16,6 milioni di italiani che guidano un’auto a gasolio. La promessa, infatti, era che il riallineamento avrebbe portato un uguale e opposto beneficio per i 17 milioni di automobilisti con vetture a benzina: stessa cifra, 1,5 centesimi, ma in meno. Un do ut des fiscale, una parità virtuosa. E invece no. Il prezzo della benzina alla pompa non è sceso come avrebbe dovuto.

Nessun ribasso

Le riduzioni, quando ci sono state, sono state timide, quasi imbarazzate. Risultato: il diesel è salito subito, la benzina è rimasta dov’era, e i consumatori, come al solito, ci hanno rimesso.

In Italia circolano 40,5 milioni di auto, un parco veicoli che sembra un’istantanea del nostro Paese: diviso quasi a metà, con il 42% a benzina e il 40,9% a gasolio. Un equilibrio precario, come quello delle nostre finanze, che il governo ha pensato bene di scompigliare con una misura che, sulla carta, doveva essere neutra. E invece, eccoci qui, con un sistema che punisce tutti: chi paga di più il diesel e chi non vede sconti sulla benzina.

Lo “squilibrio”

Il Codacons lo chiama “squilibrio”, ma si potrebbe usare un termine più schietto: fregatura. La filiera dei carburanti, si sa, è un mondo opaco, dove i prezzi si muovono con la logica sfuggente . Se l’accisa sul diesel sale, il rincaro è istantaneo; se quella sulla benzina scende, invece, il risparmio si perde in un labirinto di inerzie, ritardi e misteriose “dinamiche di mercato”.

Servono controlli

Il Codacons, giustamente, chiede controlli e sanzioni. Perché se il governo vuole giocare al riallineamento, che almeno lo faccia sul serio: non basta scrivere una norma, bisogna farla rispettare. Altrimenti, a rimetterci saranno tutti.

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