«Il Belgio sta diventando un narcostato». L’allarme arriva da un giudice istruttore di Anversa che, in una lettera aperta pubblicata anonimamente sul sito del tribunale e ripresa da agenzie di stampa e media, denuncia l’infiltrazione crescente della criminalità organizzata e la corruzione sistemica legata al traffico di droga nel Paese.
Il magistrato rimasto anonimo spiega di aver condotto indagini che hanno portato all’arresto di dipendenti del porto, doganieri, poliziotti e funzionari pubblici in diverse città, tutti con legami con organizzazioni attive nel traffico di droga. «Siamo di fronte a una minaccia organizzata che mina le nostre istituzioni» scrive avvertendo che «ampie strutture mafiose si sono radicate e sono diventate una forza parallela che sfida non solo la polizia ma anche la magistratura».
IL CASO
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Nel porto di Anversa la corruzione sarebbe ormai «endemica, perché spostare un container può fruttare 100 mila euro a un operaio corrotto» denuncia il giudice che parla anche di un clima crescente di violenza e intimidazione. «Omicidi, torture, sequestri e attacchi contro civili innocenti sono ormai strumenti di potere dei cartelli» evidenzia. Costretto a vivere per quattro mesi in una casa protetta dopo alcune minacce, il giudice lamenta l’assenza totale di supporto istituzionale: «Nessuna autorità ci contatta, nessuno ci offre aiuto o indennizzi». E conclude: «La domanda non è se lo Stato di diritto sia minacciato, perché lo è già. La vera domanda è come il nostro Stato sceglierà di difendersi».
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