Svolta nell’omicidio di Collegno: c’è un sospettato

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Gli è saltato addosso, sferrandogli più di dieci coltellate dritte al cuore. Un efferato omicidio è avvenuto nella notte a Collegno, dove corso Francia incontra via Sabotino. Una zona tranquilla, residenziale, al confine con Torino. La vittima, Marco Veronese, aveva 39 anni e da tutti era descritto come una persona perbene.

Allarme e fuga

A dare l’allarme è stata una passante, che ha chiamato le forze dell’ordine intorno alle 1,30 di notte raccontando di aver visto un uomo, con il volto nascosto dietro un cappuccio, scappare subito dopo il delitto, per poi far perdere le sue tracce.

Indagini e sorveglianze

Poco dopo la chiamata al numero di emergenza, in via Sabotino sono arrivate diverse ambulanze e i soccorritori del 118 Azienda Zero, che hanno provato a rianimare il 39enne. Per Marco Veronese, però, non c’era più nulla da fare. A ricostruire la dinamica e il movente sono i carabinieri della compagnia di Rivoli e il nucleo investigativo di Torino, che da questa notte sono sulle tracce del killer. Una mano agli investigatori potrebbe arrivare dalle immagini delle telecamere del bar caffetteria Bermuda, dall’altro lato di via Sabotino. Elementi che, nella tarda serata, hanno portato alla prima svolta: c’è un sospettato.

Bastardo! Bastardo!

«Verso una e mezzo ho sentito dei ragazzi urlare “aiuto aiuto” – racconta Matteo, residente nella via parallela – Qui è sempre pieno di giovani che fanno casino: si azzuffano e urlano». Matteo vive nel quartiere da 7 anni. «Questa è una zona residenziale, tranquilla. Ma è frequentata anche da gang, che si trovano alle macchine del caffè o al minimarket poco più avanti, e c’è spaccio. D’altronde dove non succede oggi?».

Un’altra vicina di casa, Giorgia, racconta di aver incontrato questa mattina il padre della vittima in strada: «Mi ha detto: “Hanno ammazzato mio figlio a coltellate”, non si reggeva in piedi dal dolore». Nessuno nel quartiere si spiega l’accaduto. «Sono persone gentilissime, normali» aggiunge Giorgia. La figlia, Sofia, questa notte ha sentito urlare:

«Era circa l’una e ora non so se a urlare fosse Marco o il suo assassino – dice Sofia – Ma poi ho sentito io credevo fossero i ragazzi che fanno casino alle macchinette …».

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